Le storie sull’oro più interessanti della Lapponia sono i destini umani, sia che si parli dei cercatori d’oro durante la corsa all’oro del fiume Ivalojoki all’inizio degli anni 1870, sia dei cercatori di oggi. Tra queste storie ci sono personaggi di sfortuna e di grande successo, per non parlare di tragedie o storie d’amore.

Un tragico fato nei giacimenti d’oro

Una delle persone durante la storia dell’oro all’inizio degli anni 1920 era un uomo finno-americano Charles Hill, nato Kaarlo Sjöblom. Era nato nel 1881 ed emigrato nel 1902 oltreoceano per evitare la coscrizione illegale. Charles si arrangiò bene in America, specialmente nei campi di ricerca dell’oro dell’Alaska. Nell’autunno del 1919 Hill tornò in Finlandia da un uomo ricco e si puntò ai campi di ricerca dell’oro del fiume Ivalojoki. Si approfittò della sua esperienza ricevuta in campi auriferi di Alaska. Con la sua direzione, fu fondata una compagnia mineraria che cercava l’oro nei fiumi Ivalojoki e Palsinoja. La base di questa impresa era a Ritakoski e nell’inverno del 1920-21 la ricerca continuò e iniziarono le perforazioni.

Si dice che nell’aprile del 1921 Hill si recò al villaggio di Ivalo, perché aveva una grave infiammazione alla mano che esigeva cura sanitaria. Il ghiaccio del fiume si rompì sotto il cavallo e l’uomo annegò nelle rapide di Ritakoski. Il suo cavallo tornò alla base e gli altri ne capirono le brutte notizie del suo destino. Il corpo di Hill è stato trovato in pochi giorni. C’è anche una storia che il suo cavallo sopravvissuto è rimasto a infestare nella valle del fiume Ivalojoki e galoppa irrequieto alla ricerca del suo padrone.

Foto: Archivi del Museo dell’oro

Foto: Museo dell’oro, la collezione di M. Viljo Mäkipuro

Lo straniero amato da tutti

Sylvia Petronella Antoinette van der Moer arrivò in Finlandia nell’estate del 1949. Questa giornalista olandese trascorse il suo tempo prima a Helsinki e poi continuò il suo viaggio verso il nord. A Rovaniemi, incontrò il geologo Klaus Säynäjärvi e il suo gruppo. Discutendo con Klaus, Petronella si interessò alla prospezione dell’oro così come ai cercatori d’oro della Lapponia. Partì con Klaus al fiume Tolosjoki e Pahaoja, fino alla stazione di Kultala di Ivalojoki. Proseguirono insieme verso il fiume Lemmenjoki, dove Petronella lavorò con la cuoca Tyyne Tähti. Insieme cucinavano, pulivano e si occupavano alle atre faccende domestiche.  Alla fine di settembre, Petronella visitò il villaggio di Inari per acquistare l’attrezzatura invernale, ma quella era la fine del suo viaggio in Lapponia: il poliziotto arrestò Petronella, perché aveva conti dell’hotel non pagati a Helsinki. Le accuse si intensificarono, ma alla fine questa donna fu bandita dalla Finlandia il 18 ottobre 1949, perché il suo passaporto era scaduto.

Petronella è sempre stata ricordata dai cercatori d’oro nonostante la sua breve visita. I cercatori d’oro le cercavano un permesso per tornare in Finlandia nell’estate del 1951, ma il tentativo è rimasto senza successo. Anche più tardi Petronella è stata contattata, ma non rispose. Si sapeva solo che era andata in America e aveva una figlia. Il suo destino è stato chiarito nel 2014, quando Jennifer O’Connell (artista e guida ambientale escursionistica) scrisse un articolo nel suo blog sulla morte di Petronella, e sul come fece conoscenza con lei e sua figlia, Solange. Uno degli ultimi desideri di Petronella era che le sue ceneri fossero portate vicino al fiume Lemmenjoki. Nell’estate del 2014 la figlia di Petronella, Solange, Jennifer e alcuni cercatori d’oro portarono la maggior parte delle sue ceneri sulle colline di Lemmenjoki e il resto al cimitero di Inari, dove c’è un proprio spazio per i cercatori d’oro. Così alla fine Petronella è tornata nei luoghi che le sono rimasti nel cuore per tutta la vita.